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Interviste di Ludovico Cantisani e Tobia Cimini
con la collaborazione di Lorenzo Castagnoli e Gerry Guida

Questo libro è allo stesso tempo una riflessione sul cinema italiano contemporaneo dell’ultimo decennio e un’indagine sull’arte degli autori della fotografia e sul loro particolare statuto di interpreti e realizzatori, attraverso la luce, delle scelte del regista. In un ristretto numero di film, venti titoli, raccontati dai cinematographers ai curatori del volume, si attraversano alcuni film che hanno segnato l’immaginario di questi anni e si contemplano molti e diversi tipi di approccio alla regia. Tra pellicola e digitale, autori della fotografia quali Renato Berta, Gogò Bianchi, Luca Bigazzi, Nicolaj Brüel, Maurizio Calvesi, Paolo Carnera, Arnaldo Catinari, Sandro Chessa, Daniele Ciprì, Matteo Cocco, Daria D’Antonio, Michele D’Attanasio, Francesco Di Giacomo, Stefano Falivene, Crystel Fournier, Gherardo Gossi, Giuseppe Maio, Ferran Paredes Rubio, Alessandro Pesci e Vladan Radovic ci parlano del loro lavoro al fianco dei registi Dario Albertini, Niccolò Ammaniti, Laura Bispuri, Claudio Caligari, Alessio Cremonini, Edoardo De Angelis, Leonardo Di Costanzo, Fabio e Damiano D’Innocenzo, Abel Ferrara, Matteo Garrone, Valerio Jalongo, Gabriele Mainetti, Pietro Marcello, Mario Martone, Salvatore Mereu, Nanni Moretti, Susanna Nicchiarelli, Matteo Rovere, Paolo Sorrentino, Daniele Vicari. E, come sintetizza perfettamente Renato Berta, ci insegnano che «la libertà esiste solo all’interno di una concezione».

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CAFÈ EXPRESS

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Viaggio in treno al termine della notte

CAFÈ EXPRESS – In occasione del centenario della nascita di Nino Manfredi questo libro vuole invitare il lettore alla riscoperta di un capolavoro dimenticato del cinema italiano, un film che, agli albori degli anni ‘80, ha saputo raccontare l’Italia come pochi altri, ricorrendo alla metafora ferroviaria: treni e stazioni ci conducono nel cuore degli anni di piombo del Paese, tra povertà e cigolanti apparati statali, ben al di qua dell’immagine edonista e spensierata del decennio che si sarebbe affermata in seguito.

Attento e acuto osservatore della società nazionale e dei suoi costumi, il regista Nanni Loy sceglie Manfredi per rappresentare un italiano tipico, un venditore abusivo di caffè che nonostante le sfortunate contingenze lotta per sopravvivere, con sostanziale onestà, in un contesto sociale ostile.

Con umanità e sofferta empatia Manfredi ci regala in Cafè Express una delle sue migliori e più intense interpretazioni, aderendo con sorprendente mimetismo e profondità psicologica a un ruolo che gli permette di passare dal registro comico a quello drammatico, nella migliore tradizione della commedia all’italiana. Ad arricchire l’analisi fi lmica i preziosi contributi del produttore, di alcuni dei protagonisti e della troupe.

 

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CONVERSAZIONI SU FAVOLACCE

CONVERSAZIONI SU FAVOLACCE

a cura di Ludovico Cantisani
con foto di set e disegni di Fabio e Damiano D’Innocenzo
in copertina: uno scatto sul set di Favolacce di Fabio e Damiano D’Innocenzo
formato paperback, a colori
ISBN : 978-1-909088-46-7

Pubblicato in occasione dei David di Donatello 2021 e delle numerose candidature ottenute dall’opera seconda dei fratelli D’Innocenzo, il libro ripercorre e indaga la creazione del film rivelazione del 2020 attraverso una serie di conversazioni e un esteso saggio del curatore. In uscita il 10 maggio, il libro sarà disponibile presso i rivenditori on line, sul sito dell’editore (in offerta speciale fino al 31 maggio) e ordinabile in libreria presso l’editore

A discutere con Cantisani (e Alain Parroni nel caso dei registi) la propria esperienza del film sono: Fabio e Damiano D’Innocenzo, l’autore della fotografia Paolo Carnera, la montatrice Esmeralda Calabria, le scenografe Emita Frigato e Paola Peraro, il costumista Massimo Cantini Parrini, i produttori Agostino e Giuseppe Saccà (Pepito Produzioni), i direttori di casting Davide Zurolo e Gabriella Giannattasio, il colorist Andrea “Red” Baracca, e gli attori Barbara Chichiarelli, Ileana D’Ambra, Federico Majorana, Max Malatesta, Lino Musella, Max Tortora.

Nella loro ricchezza e varietà, queste conversazioni, insieme all’analisi critica del curatore, rivelano e mettono a fuoco le intuizioni narrative e registiche e quella serie di originalità che hanno fatto di questo film un caso nel panorama cinematografico italiano.

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È REALE?

È REALE?

Guida empatica del cinedocumentarista

di Gianfranco Pannone

Che cos’è la realtà? Questo titolo sembrerebbe annunciare uno di quei saggi filosofici per addetti ai lavori che si trovano negli scaffali delle librerie specializzate.

Nel libro c’è invece un’ambizione diversa: il desiderio, anche provocatorio, dell’autore di rivolgersi non solo a chi si occupa di “cinema del reale”, ma allo spettatore. Quello stesso spettatore che oggi, assalito da una miriade di input, si imbatte e spesso inciampa in una sempre più ambigua rappresentazione della realtà.

Forte di un’esperienza trentennale e attento ai giovani aspiranti filmmakers (l’autore, tra l’altro, insegna regia), Pannone ci conduce in un originale percorso nell’appassionante lavoro del regista di documentari, che lui ama chiamare “cinedocumentarista”, convinto che lo sguardo documentario sia legato non solo ai contenuti, come impone una vulgata lunga a morire, ma soprattutto al linguaggio delle immagini e al sapiente utilizzo creativo che se ne può fare.

Il suo pensiero parte da un assunto: è reale non solo e non tanto quello che vediamo, ma quello che sappiamo e vogliamo vedere; e richiama così chi filma, chi è filmato e chi vede, a una comune responsabilità etica e alla consapevolezza. Fino a invocare un’ecologia delle immagini. Oltre a trasmettere il suo grande amore per la settima arte e qualche segreto del mestiere, Pannone riflette con noi contemporanei che navighiamo a vista nella “società liquida” e spesso, davanti a una realtà sempre più sfuggente, ci chiediamo: è reale?

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STANLEY AND US
1997 – 2001: un’odissea kubrickiana

Dopo venti anni dall’uscita su RAISAT Cinema degli ultimi otto episodi del documentario-fiume Stanley and Us, ritorna in libreria il volume omonimo, in concomitanza con l’uscita su ChiliTV e altre piattaforme streaming del primo dei nuovi episodi, rivisti e rimontati, dedicati all’opera di Stanley Kubrick.

Questo libro, aggiornato a quanto è accaduto fino a oggi, ripercorre nella prima parte le rocambolesche avventure dei “tre mangiaspaghetti italiani” – come furono apostrofati nel 1999 da alcuni scettici fan internazionali di Kubrick – che partirono alla volta dell’Inghilterra animati dal sogno di realizzare un documentario impossibile sul cineasta, Nella seconda parte il volume propone dieci capitoli dedicati a vari aspetti della vita e dell’arte di Kubrick, attraverso le voci di circa cinquanta tra collaboratori, attori e famigliari.

Un’operazione quasi enciclopedica di ricerca e studio su uno degli artisti più importanti dello scorso secolo, ma sostenuta da una scrittura leggera e ironica, capace di trascinare il lettore in un “maelstrom” di emozioni e informazioni in cui si rischia di perdere l’orientamento, tali e tante sono le forze in gioco, artistiche, industriali, culturali ed esistenziali.

L'EROICO MASINI

L’EROICO MASINI

Un direttore della fotografia tra Carmelo Bene e i fratelli Taviani

Mario Masini, classe 1939, iniziato al cinema da padre David Maria Turoldo e diplomatosi al Centro Sperimentale di Cinematografia, si è ritagliato un posto d’eccezione come direttore della fotografia e come regista nel cinema underground e sperimentale romano degli anni ’60 e ’70, firmando “X chiama Y” (1967). Tra il 1968 e il 1973 ha fotografato quattro dei cinque film della parentesi cinematografica di Carmelo Bene, “Nostra Signora dei Turchi”, Leone d’argento alla Mostra del Cinema di Venezia, “Don Giovanni”, “Salomè” e “Un Amleto di meno”. Nella sua “Autobiografia” Bene definì Masini “eroico”, per gli sforzi compiuti nella realizzazione anarchica di “Nostra Signora dei Turchi” e degli altri film girati insieme, e ancora: «un genio della macchina da presa, che dopo aver lasciato la vita nei miei film, ha pensato bene di cambiar mestiere». In seguito infatti, dopo aver collaborato, tra l’altro, con i fratelli Taviani per “San Michele aveva un gallo” e “Padre padrone”, Palma d’oro a Cannes nel 1977, Masini ha abbandonato il cinema per entrare nel mondo delle scuole steineriane, salvo ritornare a lavorare, negli anni ’90, a film tedeschi, italiani – “Tutto parla di te” di Alina Marazzi –, portoghesi ed etiopi: tra i film fotografati in quest’ultima fase della sua carriera, “Why Buddha?”, back-stage di “Piccolo Buddha” di Bertolucci, diretto da Paolo Brunatto, e “Teza” di Haile Gerima, Leone d’argento a Venezia nel 2007. Testimone privilegiato di un’era di avanguardie, in queste pagine Masini riattraversa la sua straordinaria esperienza artistica, tecnica e umana.

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IL SORPASSO.

Viaggio nell’Italia del boom

A cura di Gerry Guida e Fabio Melelli

Il sorpasso è un film che ha saputo raccontare, meglio di qualsiasi trattato sociologico o testo storiografico, un momento epocale del nostro paese, quello del boom economico. A sessant’anni di distanza dalla sua prima uscita pubblica e in occasione del centenario della nascita del suo attore protagonista, Vittorio Gassman, questo volume torna a percorrere le strade del film mettendo in evidenza i motivi per i quali è diventato un autentico cult-movie, un caposaldo della cosiddetta Commedia all’italiana, scandagliando ogni aspetto della realizzazione e illustrandone il dietro le quinte attraverso testimonianze inedite di attori e tecnici. I vari saggi collocano il film non solo nell’ambito della grande tradizione del cinema italiano, ma anche nel contesto culturale e sociale che lo ha espresso. Il sorpasso viene interpretato anche come prototipo del road-movie, modello per una lunga filmografia successiva, aperta da Easy Rider, che a tutti gli effetti può essere considerato un suo libero remake. Particolare attenzione viene riservata alla componente musicale, affidata come noto a canzoni di grande successo popolare, canzoni che ancora oggi vengono associate alle immagini del film.  Il sorpasso ha fissato in eterni istanti in bianco e nero una delle estati più promettenti della nostra storia, estate sulla quale, però, già si addensavano le nubi di una stagione diversa, quella che avrebbe portato al lungo autunno degli anni ’70.

Questo libro dialoga con la vulcanica personalità di Antonio Capuano e con la sua opera cinematografica, partendo dall’indissolubile commistione tra la sua dimensione artistica e quella personale, in un corpo a corpo con la sua storia, il suo mondo di appassionate preferenze e altrettanto radicali rifiuti

DA UNA PROSPETTIVA ECCEDENTE.

In dialogo con Antonio Capuano
a cura di Armando Andria, Alessia Brandoni, Fabrizio Croce

Questo libro dialoga con la vulcanica personalità di Antonio Capuano e con la sua opera cinematografica, partendo dall’indissolubile commistione tra la sua dimensione artistica e quella personale in un corpo a corpo con la sua storia, il suo mondo di appassionate preferenze e altrettanto radicali rifiuti, il suo sguardo singolare e sorgivo sulla vita e sul cinema. Composto da una lunga conversazione, nella prima parte, e da saggi critici nella seconda, il volume “fa esperienza” di Capuano approfondendo di volta in volta la regia e il rapporto con gli attori, la concezione del montaggio, la relazione con il paesaggio e con lo spazio urbano, il senso dell’inquadratura, la dialettica tra scrittura e realtà, l’assillo del tempo; incrociando così la vasta gamma di armonie e disarmonie di un percorso entusiasmante e vitale che eccede costantemente i margini.

E rintracciando, come scrivono gli autori, «quel coraggio selvatico e quella autenticità materica che alimentano costantemente il bisogno di andare alla ricerca di una verità delle cose, dentro e fuori di sé».

 

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