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Seconda uscita della collana “Materiali”, curato da Vittoria Caterina Caratozzolo e Silvia Tarquini, il volume adotta la formula del libro-intervista con l’intento di costruire un ritratto d’artista, basato sull’immersione nella sua “fucina” creativa e di tracciare contestualmente la fisionomia di un mestiere complesso. Dopo l’esordio, giovanissima, con Pabst, negli anni ’50, Berselli è al fianco di Blasetti, Risi, Comencini, Vasile, Petroni e Camerini in numerosi film che ritraggono l’evoluzione della società italiana del boom economico. Michelangelo Antonioni le affida i costumi per L’avventura, trasparente capolavoro di analisi sociologica e antropologica. Negli anni ’60 rappresenta la rivoluzione sessantottina e l’affermarsi di nuove tecniche, nuovi tessuti, nuove forme, prima tra tutte quella della minigonna. Nei ’70 – ricordiamo, tra le altre, la collaborazione con Polanski per What? -, racconta, sottotraccia, attraverso sovrapposizioni di stili e generi, le intemperanze e le frustrazioni di un decennio già carico di fallimenti ideologici e politici. Ma il talento di Adriana Berselli non si limita al cinema. A fine anni ‘70 ha interrotto per circa un decennio il suo lavoro cinematografico per seguire il marito in Venezuela, paese in cui ha ottenuto premi e riconoscimenti nei campi del teatro e della moda e ha tenuto corsi sul costume in accademie, circoli culturali, università e in programmi televisivi. Tornata poi in Italia, e al cinema e alla televisione, ancora oggi esprime il suo talento disegnando “personaggi di strada”.

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Interviste di Ludovico Cantisani e Tobia Cimini
con la collaborazione di Lorenzo Castagnoli e Gerry Guida

Questo libro è allo stesso tempo una riflessione sul cinema italiano contemporaneo dell’ultimo decennio e un’indagine sull’arte degli autori della fotografia e sul loro particolare statuto di interpreti e realizzatori, attraverso la luce, delle scelte del regista. In un ristretto numero di film, venti titoli, raccontati dai cinematographers ai curatori del volume, si attraversano alcuni film che hanno segnato l’immaginario di questi anni e si contemplano molti e diversi tipi di approccio alla regia. Tra pellicola e digitale, autori della fotografia quali Renato Berta, Gogò Bianchi, Luca Bigazzi, Nicolaj Brüel, Maurizio Calvesi, Paolo Carnera, Arnaldo Catinari, Sandro Chessa, Daniele Ciprì, Matteo Cocco, Daria D’Antonio, Michele D’Attanasio, Francesco Di Giacomo, Stefano Falivene, Crystel Fournier, Gherardo Gossi, Giuseppe Maio, Ferran Paredes Rubio, Alessandro Pesci e Vladan Radovic ci parlano del loro lavoro al fianco dei registi Dario Albertini, Niccolò Ammaniti, Laura Bispuri, Claudio Caligari, Alessio Cremonini, Edoardo De Angelis, Leonardo Di Costanzo, Fabio e Damiano D’Innocenzo, Abel Ferrara, Matteo Garrone, Valerio Jalongo, Gabriele Mainetti, Pietro Marcello, Mario Martone, Salvatore Mereu, Nanni Moretti, Susanna Nicchiarelli, Matteo Rovere, Paolo Sorrentino, Daniele Vicari. E, come sintetizza perfettamente Renato Berta, ci insegnano che «la libertà esiste solo all’interno di una concezione».

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